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Benvenuti nel BLOG di A.R.C.O - ultimo aggiornamento avvenuto, il 21 Marzo 2014

venerdì 21 marzo 2014


A.R.C.O. 
(Associazione Ricerche Cure Oncologiche)

Atti e Documentazione Convegno del 20 Gennaio 2014

"LE FRONTIERE DEL TRATTAMENTO DELLA NEOPLASIA DELLA MAMMELLA"


Il video del Convegno


Moderatore del Convegno Prof.Angelo Nespoli

Relatore Dr.Renzo Sala
Download atti convegno:
Le frontiere della chirurgia 
   
Relatore Dr.ssa Sofia Meregalli
Download atti convegno:
Le frontiere della Radioterapia


Relatore Dr.ssa Marina Cazzaniga
Download atti convegno:
Le frontiere della Terapia Medica 


Clicca il link qui' sotto per visualizzare le slide di alcune foto del Convegno
Le foto del Convegno


mercoledì 4 dicembre 2013

A.R.C.O. 
(Associazione Ricerche Cure Oncologiche)

Sta organizzando un convegno dal titolo

"LE FRONTIERE DEL TRATTAMENTO DELLA NEOPLASIA DELLA MAMMELLA"

Il convegno e' aperto e libero a tutti, si terra' lunedi' 20 Gennaio 2014 a partire dalle ore 20.30 in Seregno (MB) presso la Sala Civica Mons. Gandini in via XXIV Maggio.





Per scaricare il programma completo del convegno, i temi trattati ed i relatori degli interventi 

clicca qui

giovedì 12 settembre 2013

IL RUOLO E LE PROSPETTIVE DELLA RADIOTERAPIA IN ONCOLOGIA

  Prof.Dott. GIANSTEFANO GARDANI,
 DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA 
 DELL’AO SAN GERARDO DI MONZA



La radioterapia è diventata negli ultimi vent’anni una disciplina clinica oncologica ad elevata complessità. Al medico specialista che la pratica sono richieste oggi approfondite conoscenze di ordine fisico, biologico, tecnico e clinico che gli consentono di operare con qualità e sicurezza manovrando strumenti tra i più difficili del moderno panorama tecnologico della medicina. A questa responsabilità si è aggiunto in epoca più recente lo sforzo di ottimizzare l’uso di risorse strumentali che essendo molto costose non sempre si reperiscono in numero adeguato. Infine, l’impiego sempre più gratificante della radioterapia in termini di efficacia terapeutica nella complessa area della medicina oncologica, ne ha fatto un obiettivo primario della politica sanitaria dei paesi più evoluti dal punto di vista sanitario.

Evoluzione clinica e strategia multidisciplinare
La radioterapia è un eccellente strumento per il trattamento dei tumori di qualsiasi natura, stadio o presentazione; in molti pazienti rappresenta la prima scelta terapeutica. Il presupposto biologico, noto da oltre un secolo, è la capacità delle radiazioni di uccidere le cellule tumorali maligne attraverso un meccanismo selettivo che consente di risparmiare, entro limiti per lo più accettabili, la vita e la funzione delle cellule sane.
La storia della radioterapia degli ultimi vent’anni si mescola e in parte si confonde con
l’introduzione nella pratica clinica corrente del concetto di approccio multidisciplinare al malato oncologico. Il principio, sulla carta, è semplice: il percorso diagnostico-terapeutico di un individuo portatore di neoplasia viene impostato e gestito da un team di professionisti di diversa estrazione disciplinare ma accomunati dalla stessa competenza clinica oncologica. La clinica oncologica, (ovvero la fusione di diagnostica oncologica, oncologia chirurgica, radioterapia oncologica, oncologia medica e cure palliative) è probabilmente l’esempio più eclatante di multidisciplinarietà professionale medica sviluppatasi sul finire dello scorso millennio. E’ stata una scelta strategica resa obbligatoria dalla moltiplicazione di procedure diagnostiche e terapeutiche che, appartenendo a professionalità differenti, rendevano impossibile una gestione monocratica dell’intero percorso di diagnosi e cura del malato oncologico.
Un aspetto molto importante dei protocolli oncologici, che ha rivalutato da quasi trent’anni il ruolo della radioterapia, è stata la politica della “conservazione d’organo”. Il desiderio di raggiungere non solo significativi risultati in termini di sopravvivenza assoluta ma anche in termini di qualità di vita ha sollecitato scelte terapeutiche meno invasive e quindi meno invalidanti sul piano funzionale, con risultati molto confortanti. Basta pensare all’introduzione di interventi chirurgici non demolitivi nel cancro della mammella o al più recente ruolo delle terapie non chirurgiche nel cancro della prostata o nelle neoplasie del distretto otorinolaringoiatrico per rendersi conto di come si stia andando verso scelte terapeutiche che, nel rispetto della finalità principale (incremento della quantità di vita), mirano a rendere la sopravvivenza qualitativamente migliore. Di questo crescente ruolo della radioterapia si stanno moltiplicando gli esempi nella pratica clinica oncologica, al punto che oggi certe associazioni radio-chirurgiche sono considerate uno standard inevitabile. Oltre alla già citata radioterapia post-operatoria nel cancro mammario sottoposto a resezione parziale, basterà citare il ruolo della radio-chemioterapia pre-operatoria nel cancro del retto il cui successo sta suggerendo ipotesi coraggiose di chirurgia minimale in una malattia che fino a pochi anni or sono imponeva una chirurgia drammaticamente invalidante.
Molto del ruolo di primissimo piano della radioterapia nella moderna medicina oncologica è dovuto alle maturate conoscenze di farmacologia clinica e di biologia molecolare dei tumori. La radiobiologia e la chemiobiologia oncologiche, ovvero le conoscenze della risposta delle popolazioni cellulari neoplastiche all’azione delle radiazioni e dei farmaci antitumorali, hanno rappresentato a partire dalla metà degli anni ’80 lo stimolo per uno dei settori di ricerca clinica forse fra i più ricchi della medicina moderna: l’associazione di radioterapia e chemioterapia. E’ questa una metodica che so è rapidamente diffusa a tutti i settori della clinica oncologica al punto che oggi rappresenta uno standard applicato praticamente a quasi tutti tumori e in quasi tutti gli stadi di malattia. Ora in sequenza, ora in modo concomitante la somministrazione sia di radioterapia che di chemioterapia ha dimostrato di essere più efficace della somministrazione di un singolo agente terapeutico. Sono in corso in tutto il mondo numerosissimi studi, alimentati anche da un’industria farmacologica che produce sempre nuove molecole la cui capacità di interazione con le radiazioni è oggetto di costante ricerca clinica. L’oncologo radioterapista e l’oncologo medico si trovano perciò in mano possibilità terapeutiche tuttora ampiamente inesplorate, ma sulla carta molto promettenti.

Evoluzione tecnologica
Non è facile fare una sintesi della recente tumultuosa evoluzione tecnologica che si è verificata nel settore delle apparecchiature e, più in generale, degli strumenti utilizzati nella moderna radioterapia. La premessa fondamentale è un obiettivo “balistico” apparentemente semplice:
indirizzare fasci di radiazioni verso bersagli tumorali con la massima precisione possibile.
Massima precisione, teoricamente, significa irradiare tutta la malattia tumorale e nulla degli organi
sani. La tecnologia si è evoluta percorrendo, in quest’area, quattro linee di ricerca:
    1. qualità delle macchine che emettono le radiazioni,
    2. sviluppo dei dispositivi di verifica della correttezza del trattamento,
    3. miglioramento dei sistemi di riconoscimento del bersaglio neoplastico,
    4. ottimizzazione degli strumenti di pianificazione del trattamento.
L’acceleratore lineare è oggi la sorgente principale di radiazioni a scopo terapeutico: una “macchina” che negli ultimi quindici anni ha subito importanti innovazioni costruttive che l’hanno resa uno strumento di alta precisione, anche se di gestione sempre più complessa. Un moderno acceleratore lineare deve essere in grado non solo di produrre vari tipi di radiazioni (raggi X ed elettroni) ma anche di differente energia, così da consentire all’oncologo radioterapista una scelta ampia di tecniche di irradiazione, scelta coerente con le diverse situazioni patologiche osservabili clinicamente.
Un buon acceleratore inoltre deve possedere un sofisticato sistema di collimazione dei fasci (multileaf collimator) che ne consenta la sagomatura personalizzata coerente con la forma e la sede del volume tumorale bersaglio. Quest’ultima evoluzione tecnica è quella che ha consentito il rapido diffondersi della metodologia di trattamento nota come radioterapia “conformazionale” la cui massima espressione attuale è la radioterapia a modulazione di intensità.
Questa importanti caratteristiche tecniche di produzione delle radiazioni possono essere
correttamente sfruttate solo se si integrano con sistemi di controllo altrettanto sofisticati. La verifica della correttezza dell’irradiazione di un tumore avviene tramite la produzione e l’analisi automatica o semi-automatica sia di immagini digitali piane (DRR = Digital Reconstructed Radiography), sia di scansioni assiali, come avviene negli apparecchi più moderni dotati di sistemi di produzione di immagini tomografiche computerizzate (tomotherapy, IGRT). Il vantaggio di questa metodica risiede nella possibilità di verificare in tempo reale, cioè durante l’erogazione della dose radiante al paziente, se il target programmato è correttamente irradiato dal punto di vista spaziale: la coincidenza fra volume di trattamento “programmato” e volume corporeo effettivamente irradiato è alla base dell’assicurazione di qualità della terapia. I moderni sistemi di controllo on line garantiscono livelli di precisione millimetrica, che raggiungono limiti altissimi soprattutto nelle tecniche di centratura stereotassica dove l’errore tollerato è dell’ordine di un millimetro.
Ovviamente la precisione di “centratura” presuppone la disponibilità di strumenti diagnostici che consentono al medico oncologo radioterapista di definire con sicurezza sede, dimensioni e forma della malattia tumorale, anche in relazione ai suoi rapporti con gli organi sani circostanti. La TAC (Tomografia Computerizzata) e la Risonanza Magnetica rappresentano attualmente gli strumenti meglio rispondenti a questo obiettivo. Soprattutto la TAC che è diventata un accessorio di uso routinario in radioterapia per la cui attività l’industria ha costruito tomografi computerizzati specificamente dedicati.
Il futuro, che nell’Ospedale San Gerardo è già presente, è rappresentato dall’ulteriore associazione delle immagini TAC con le immagini PET: la TAC-PET fornisce immagini che sono la fusione della malattia neoplastica morfologicamente rilevabile (TAC) con quella “biologicamente attiva” (PET).

Per concludere
Di fronte a tanta sofisticata tecnologia è bene non dimenticare che il clinico deve restare clinico e tenere sempre presente che nessuno strumento diagnostico può oggi considerarsi completamente affidabile nell’indicare l’estensione della neoplasia con quella precisione millimetrica che, come s’è visto, è teoricamente raggiungibile con la moderna radioterapia. Perciò l’oncologo radioterapista, ancora oggi, deve usare la propria cultura ed esperienza clinica per definire dove e quanto si estende un tumore, prevedere la tolleranza al trattamento, programmare la metodica più adeguata ad ogni singolo paziente: la differenza tra una buona ed una cattiva radioterapia, quindi, non può essere individuata solo nella disponibilità di risorse strumentali ad alta tecnologia, ma in ben più larga misura risiede nella sensibilità, nell’esperienza e nella cultura del medico specialista.

lunedì 15 luglio 2013

CONVEGNO:

LA RETE ONCOLOGICA LOMBARDA 

sette anni dopo: Ritorno al Futuro

La Rete Oncologica Lombarda ricade nell’area degli interventi in Campo Oncologico di Regione  Lombardia per la cura della persona malata. Ha dato inizio alle proprie attività nel 2006 e si configura come una rete integrata di servizi  sanitari e sociali,  svolgendo un ruolo chiave nell’assistenza ai malati di tumore.
L’obiettivo principale della ROL è offrire al malato oncologico le maggiori garanzie possibili di ricevere le cure più appropriate.  I punti fondanti della ROL sono stati:  lo sviluppo di una Community di clinici e ricercatori in Lombardia,  la creazione di un linguaggio comune sviluppato attraverso la definizione di linee guida di diagnosi e cura per la pratica clinica, lo scambio di informazioni cliniche strutturate in una “relazione ROL” informatizzata.  Questo core è stato, sin dall’inizio di ROL,  indirizzato all’ appropriatezza.
L’obiettivo del Convegno, che oltre al susseguirsi di relazioni frontali che illustrano i risultati conseguiti nella fase di strutturazione della rete, prevede anche tre tavole rotonde con il coinvolgimento di tutte le figure attive nei confronti del malato, specialistiche e non,  è finalizzato all’approfondimento delle tematiche che sono attualmente  dibattute nell’ affrontare  le sfide del futuro dell’ oncologia.


Link ufficiale agli estratti del Convegno

giovedì 2 maggio 2013

Atti del Convegno "Umanizzazione dell'Assistenza Oncologica"

Atti del Convegno in tema di "Umanizzazione dell'Assistenza Oncologica"
realizzato in collaborazione fra ASL-MB, DIPO IX e DIPO X
presso l'AO San Gerardo il 24 novembre 2012.
 
 
 
 
Link degli atti del CONVEGNO
 
  
 



lunedì 22 aprile 2013

Prospettive nella cura dei tumori nel prossimo decennio



Atti del covegno del 29 Marzo 2012 organizzato dall'Associazione ARCO

Moderatore del Convegno Prof. Dott. Gianstefano Gardani

Relatore Prof. Dott. Angelo Nespoli
Download atti convegno:
Prospettive nella cura dei TUMORI nel prossimo decennio


Relatore Dott.ssa Sofia Meregalli
Download atti convegno:
La moderna RADIOTERAPIA


Relatore Dott.ssa Marina Cazzaniga
Download atti convegno:
L'oncologia verso il futuro

Il video del Convegno
 



mercoledì 3 aprile 2013

Il Tumore del Colon Retto: Dalla Prevenzione alla Diagnosi

Video del covegno del 1 Dcembre 2010 organizzato dall'Associazione ARCO
Presidenti
Prof. Dott.Gianstefano Gardani
Direttore del Dipartimento di Oncologia
Coordinatore DIPO IX - Regione Lombardia
Ospedale S.Gerardo
Prof. Dott. Angelo Nespoli
Direttore del Dipartimento di Chirurgia
Ospedale S.Gerardo
Università Milano-Bicocca



Relatori
Dott. Alvaro Bugatti
Responsabile U.O.S. Chirurgia Colorettale
Ospedale S.Gerardo

Dott. Marco Dinelli
Responsabile U.O.S. Endoscopia Digestiva
Ospedale S.Gerardo

Dott.ssa Marina Cazzaniga
Dirigente Medico Oncologia
Ospedale S.Gerardo

Il video del Convegno